Il Terrore bianco (in russo Белый Террор?, Belyy Terror) in Russia si riferisce alla violenza organizzata e alle uccisioni di massa perpetrate dall'Armata Bianca durante la guerra civile russa (1917-1923). Cominciò quando i soviet presero il potere nel novembre 1917 e continuò fino alla sconfitta dell'Armata Bianca per mano dell'Armata Rossa. L'Armata Bianca, fedele allo zar Nicola II, stava combattendo per il potere contro l'Armata Rossa, la quale successivamente avviò una campagna di arresti di massa, deportazioni ed esecuzioni indirizzata verso i controrivoluzionari in seguito all'assassinio del capo della Čeka di Pietrogrado, Moisej Urickij, e al tentato assassinio del leader comunista Vladimir Lenin nell'agosto 1918, che verrà ricordata come "Terrore rosso". Secondo alcuni storici russi, il Terrore bianco fu una serie di azioni premeditate dirette dai loro leader.[1][2][3] Le stime delle persone uccise durante il Terrore bianco variano da 20 000 a 100 000,[4] mentre altre stime arrivano fino a 300 000 morti.[5]
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